giovedì 13 agosto 2009

Giovanili di Roma 2009

Giovanili di Roma 2009
Gli estivi dei record


Nella quinta giornata dei campionati estivi di categoria altri nove primati italiani. E siamo a 19. Natullo stabilisce quello assoluto dei 100 farfalla con 52.14. Risultati onine


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Roma, il furto-record nel giorno delle ronde

Roma, il furto-record nel giorno delle ronde

Il palazzo del record dei furti

ROMA - Nessuno li ha sentiti. Nessuno li ha visti. Via Gregorio Ricci Curbastro è una strada stretta a due passi da Trastevere. Domenica scorsa Roma era rovente, le persiane delle case abbassate, non un rumore, se non quello degli alberi sfiorati dal vento caldo di scirocco.

Loro - i ladri - sono entrati al civico 56 e hanno svaligiato in poche ore dieci appartamenti, uno dopo l'altro. Un record, una razzia consumata senza controlli, a due passi dal commissariato di polizia San Paolo, un "esproprio" di oggetti, di storie, di memorie, portato a termine con calma, passando di balcone in balcone. Hanno rubato con la furia addosso, scardinato porte, pisciato sui divani, mangiato e bevuto in quelle cucine ordinate, in quelle case vuote e inermi. Qualcuno, tra i condomini, ha messo un cartello che è come un necrologio: "Attenti, qui in un solo weekend sono stati depredati 10 appartamenti".

A voler essere esatti con le cifre, bisognerebbe dire dieci appartamenti più gli altri tre svuotati nel ponte del 29 giugno. Se poi andiamo indietro di tre mesi, la contabilità criminale cambia ancora: i furti sono stati venti. Sì, sempre qui, al civico 56. Due edifici, otto scale, media borghesia. Case costruite alla fine degli Anni Sessanta dall'Enpaia (Ente nazionale di previdenza per gli addetti e gli impiegati in agricoltura), poi cedute al libero mercato. Zona tranquilla, dicevano.

Adesso stanno tutti lì, i proprietari dei nidi violati, tutti nella guardiola del portiere Giovanni. Antonio Albanesi, avvocato in pensione dell'Alitalia, è una delle vittime del "multifurto", come lo chiama. Non alza la voce, non si agita. E' più che altro ferito dentro: "Non ho più voglia di stare a casa. A me non interessa se sono stati italiani o stranieri. E non voglio che mi si dica che quello che ci servono sono le ronde. Quello che ci serve sono polizia e carabinieri. Io pago le tasse e voglio essere difeso da loro".

La sicurezza o la percezione della sicurezza: su questo si vincono o perdono le elezioni, di questo tutti parlano, con i distinguo delle ultime ore tra ronde diurne alla Alemanno e "modello partecipato" alla bolognese, con la rabbia sotto pelle, pronta ad essere intercettata dalla Lega, con il fatalismo un po' dolce, ironico, che esibisce Giovanni, portiere napoletano: "Io, la domenica, mentre rubavano, ero al mare. D'altra parte non mi pagano i festivi"). Al solito, la carne viva è altra cosa dal dibattito. Entri nelle stanze stuprate e capisci perché la paura va rispettata e alla paura bisogna dare risposte serie, non emotive. Claudia Cirelli è la signora del quarto piano: "Non mi sento più a casa mia. E' cambiato tutto. Questa gente ha camminato con le scarpe sporche sopra i miei vestiti, ha fatto pipì sul mio divano, ha aperto il frigo, si è fatta un panino, ha fumato. Hanno portato via le catenine della prima Comunione di mia figlia, persino le sue matite colorate. Hanno rubato un pezzo della nostra vita e noi ci sentiamo nudi, indifesi". C'è bisogno di mondare, di pulire, di liberarsi da odori, da impronte, da quella presenza ostile che ha toccato, strappato, sporcato. "Ci saranno almeno cento lavatrici da fare", dice l'avvocato Albanesi. Da lui sono entrati con una falsa chiave europea.

La moglie si diletta a lavorare la lana. Teneva i gomitoli nei cassetti. Ha trovato tutto per terra. Mancano gioielli, soprammobili, anche una bottarga portata dalla Sardegna. "La casa era un inferno. C'era un vaso pieno di biglie colorate. E' finito per terra. Deve aver fatto un rumore tremendo. Ma nessuno ha sentito".

Domenica d'agosto, via Gregorio Ricci Curbastro, che è il nome di un matematico di Lugo, creatore del calcolo differenziale assoluto. Nessuno in strada, Giovanni al mare, il commissariato di polizia a due passi (ma senza mezzi per vigilare su tutto, dicono gli agenti). E loro - i ladri - che arrivano. Entrano con una chiave, svaligiano e poi da un balcone saltano altrove. Una, due, tre, dieci volte. Gabriella Micci, 84 anni, adesso vive nel terrore. Porta chiusa con tre mandate. Spiega Albanesi: "Apre solo se sente un certo suono di campanello che abbiamo concordato". La casa che diventa una prigione. "Mia madre ha 90 anni, sta bene - dice Maria Pia Pacchetti - però adesso vuol andarsene da qui".

Si chiedono che cosa succederà il prossimo weekend: "Verranno ancora? Ci rapineranno ancora?". Si sentono abbandonati, nel cuore di Roma. Tra gli inquilini c'è una funzionaria del ministero dell'Interno, un'altra signora lavora all'ufficio stampa del ministro Gelmini: "Forse ci conviene pagare un vigilante di tasca nostra". Ne stanno discutendo in queste ore ma l'avvocato Albanesi insiste: "Voglio essere difeso da polizia e carabinieri, sono per la legalità". E' di sinistra, Albanesi, a suo tempo "orgoglioso di essere nel Pci": "Credo ancora nella solidarietà, nella convivenza, nella ricchezza che produce la differenza". E se trovassero chi le ha depredato la casa? "Niente giustizia fai da te. C'è la legge, solo quella. Dovrebbero pagare. Quattro o cinque anni, veri, di galera".

(13 agosto 2009)

[www.repubblica.it]